Il
ritmo cardiaco ¨¨ la cadenza dei battiti con cui il cuore si contrae e pompa il sangue in circolo in tutto il corpo: le
aritmie cardiache sono alterazioni del ritmo, con un battito anomalo, irregolare, accelerato o rallentato rispetto al valore ottimale del paziente (negli adulti sani compreso tra 60 e 100 battiti al minuto).
Approfondiamo con il
dott. Giuseppe Stabile, direttore del Dipartimento di
Elettrofisiologia di
Anthea Hospital e dell’area barese di GVM Care & Research, i disturbi del ritmo cardiaco, la diagnosi e il trattamento di queste problematiche.
I disturbi del ritmo cardiaco
La principale tipologia di disturbi del ritmo cardiaco ¨¨ costituita dalle aritmie, conseguenza di un’anomala formazione o conduzione dell’impulso elettrico all’interno delle camere cardiache. Sono essenzialmente di due tipi, le
bradiaritmie, caratterizzate dal rallentamento del battito cardiaco, e le
tachiaritmie, in cui il battito cardiaco risulta essere aumentato o irregolare, da cui deriva una compromissione della funzionalit¨¤ cardiaca.
Come si diagnostica l’aritmia
Per tutte le aritmie, la diagnosi si basa principalmente sulla registrazione elettrocardiografica dell’evento aritmico. Questo ¨¨ possibile con il comune
elettrocardiogramma o con sistemi di monitoraggio, come l’
holter o con i cosiddetti
Loop recorder, dei registratori impiantabili che hanno la possibilit¨¤ di registrare l’attivit¨¤ cardiaca per 4 anni. Recentemente grazie agli
smartwatch, nuova tecnologia molto diffusa in tutto il mondo e mezzo diagnostico alla portata di tutti, ¨¨ possibile registrare degli elettrocardiogrammi al bisogno.
Gli esiti delle aritmie
Il significato prognostico delle aritmie ¨¨ estremamente variabile. Si va da problematiche del tutto
asintomatiche, di cui i pazienti si accorgono occasionalmente durante una registrazione elettrocardiografica, a problematiche che impattano significativamente sulla qualit¨¤ della vita, fino a essere tra le principali cause di morte nel nostro paese. Si calcola che in Italia circa 60.000 decessi l’anno siano dovuti a una aritmia, la
fibrillazione ventricolare, in grado di determinare la morte cardiaca improvvisa. Tra le aritmie, probabilmente la pi¨´ invalidante rimane la
fibrillazione atriale, che colpisce circa un milione e 400.000 italiani ed ¨¨ in grado di compromettere non solo la qualit¨¤, ma anche la quantit¨¤ di vita del paziente. Costituisce, del resto, la principale causa di
ictus cerebrale nelle popolazioni occidentali.
Trattamenti per l’aritmia
I trattamenti delle aritmie dipendono dalla tipologia di problematica e dalla sintomatologia. Punto di partenza del percorso del paziente, generalmente, la
terapia farmacologica, che per¨° presenta il limite di non essere focalizzata e diretta solo alle cellule malate. La terapia con farmaci antiaritmici modifica, infatti, le caratteristiche elettriche sia dei tessuti sani che di quelli patologici.
Una terapia personalizzata, invece, ¨¨ costituita dall’
ablazione transcatetere: con un catetere inserito all’interno delle camere cardiache, ¨¨ possibile raggiungere direttamente le cellule malate causa dell’aritmia e distruggerle, in modo tale da ottenere un risultato selettivo.
Cos’¨¨ la zeroscopia
La zeroscopia ¨¨ una metodica relativamente recente che consente di eseguire procedure di studio elettrofisiologico e di
ablazione transcatetere senza l’utilizzo dei raggi X. I raggi X, per oltre 50 anni, hanno guidato il posizionamento dei cateteri all’interno del corpo umano, ma espongono l’operatore e il paziente a rischi non trascurabili legati ai danni che possono essere provocati dalle radiazioni ionizzanti. Oggi, mediante i sistemi di mappaggio tridimensionale, ¨¨ possibile eseguire queste procedure senza l’utilizzo dei raggi X con uguale sicurezza ed efficacia.
Pacemaker e defibrillatore: la differenza
Il
pacemaker ¨¨ un dispositivo che viene impiantato nella regione infraclavicolare sinistra, in sede sottocutanea, e collegato con uno, due o tre fili che raggiungono le camere cardiache. La sua funzione ¨¨ quella di stimolare il cuore: quando manca un battito, il device lo rileva ed eroga uno stimolo elettrico che determina la contrazione cardiaca.
Il
defibrillatore ¨¨ un’evoluzione del pacemaker, perch¨¦ ¨¨ un dispositivo sensibilmente pi¨´ grande, in grado di erogare sia la terapia bradiaritmica, cio¨¨ la terapia del pacemaker, sia la terapia tachiaritmica. ?, cio¨¨, pensato per erogare uno shock che, qualora il paziente dovesse manifesta una aritmia letale, quale la fibrillazione ventricolare o la tachicardia ventricolare, ripristini il ritmo sinusale, salvando la vita al paziente.