I
tumori del rene e delle vie urinarie rappresentano circa il 2-3% di tutti i tumori (dati AIOM), aumentano con l’et¨¤ e hanno un’incidenza due volte maggiore nel sesso maschile rispetto a quello femminile.
Il principale
fattore di rischio – spiega il
Dottor Mauro Mari, Responsabile di urologia al
Maria Pia Hospital di Torino - ¨¨ il fumo di sigaretta, al quale si aggiunge obesit¨¤, ipertensione arteriosa, ingestione di moderate quantit¨¤ di alcool e dialisi di lunga durata.
I tumori del rene sono
classificati in base alle varianti istologiche, le pi¨´ frequenti sono: il
tumore a cellule chiare, il
tumore papillare (tipo I e II) e
il tumore cromofobo. Il sintomo pi¨´ evidente ¨¨ la presenza di sangue nelle urine (ematuria), gli altri segni della malattia sono una massa palpabile nell'addome e dolore localizzato a livello lombare. Si manifestano contemporaneamente solo nel 10% dei casi e generalmente sono espressione di una patologia gi¨¤ in fase avanzata.
Fondamentale per la diagnosi ¨¨ l’ecografia in grado di distinguere tra una massa di natura solida, pi¨´ preoccupante - precisa il Dottore- e una cisti, in genere contenente del liquido, mentre la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM) oltre a differenziare la natura della massa ne evidenziano anche l’estensione locale ed eventuali metastasi.
Il primo passo per la guarigione ¨¨ la chirurgia
L’approccio preferito ¨¨ la
chirurgia radicale, ovvero l' asportazione del rene, con tecnica mininvasiva laparoscopica o open, in relazione all’estensione della neoplasia e a pregressa chirurgia.
Per i tumori di piccole dimensioni, confinati al rene, si pu¨° optare per la
chirurgia parziale rimuovendo esclusivamente la massa tumorale e risparmiando il resto dell’organo.
La
chirurgia citoriduttiva (eliminazione del rene malato in caso di malattia metastatica) ¨¨ raccomandata se associata a una terapia sistemica con antiangiogenetici.
Terapia farmacologica: il meccanismo di azione dei nuovi farmaci antiangiogenetici
Una terapia mirata – specifica il dottore- ¨¨ rappresentata dai
farmaci antiangiogenetici, inibitori dell'angiogenesi, ovvero il processo che determina la formazione di nuovi vasi sanguigni che alimentano il tumore; questi farmaci inibiscono la creazione dei vasi nella zona del tumore rallentando o arrestando la sua progressione. Se la neoplasia ¨¨ a uno stadio avanzato si pu¨° ricorrere alla terapia con anticorpi monoclonali contro specifiche proteine che promuovono la crescita dei vasi sanguigni del tumore.
L’approccio multidisciplinare per la scelta del trattamento pi¨´ idoneo
In alcuni casi, scegliere se affidarsi a una terapia farmacologica oppure a un trattamento chirurgico non ¨¨ semplice: “Recentemente abbiamo affrontato un caso clinico che presentava un quadro complesso, ma che fa capire al meglio l’importanza di un approccio adeguato alla patologia.” - racconta il dott. Mari - “Siamo stati contattati da una paziente di 69 anni con voluminosa neoplasia renale con metastasi ossee e linfonodali e compromissione dei vasi sanguigni, non sottoposta in altra sede a asportazione del rene ma a biopsia dei linfonodi metastatici e in terapia con antiangiogenetici da molti mesi con risposta modesta. Sebbene altri specialisti avessero sconsigliato l’approccio chirurgico, in accordo con gli oncologici si ¨¨ deciso di asportare la voluminosa massa renale. L'intervento, nonostante la complessit¨¤, ¨¨ andato bene - conclude il Dottore -
la paziente non ha avuto complicanze nel periodo di ospedalizzazione e il post-operatorio ¨¨ stato regolare, la signora ¨¨ stata dimessa solo dopo sette giorni di degenza ospedaliera. L’esame istologico ha confermato il tumore del rene ma di tipo istologico diverso. Siamo molto soddisfatti perch¨¦ la paziente attualmente ¨¨ in buone condizioni generali”.